mercoledì 29 febbraio 2012

Campana - Recensione su Lo spazio Bianco


Tratto dal sito LoSpazioBianco, scrive Giada Peterle:

La scelta dei due autori Simone Lucciola e Rocco Lombardi di rappresentare attraverso una biografia a fumetti la storia di Dino Campana, “poeta notturno” vissuto sull’orlo della pazzia agli inizi del ‘900, è innanzitutto una sfida.Campana è una lettura complessa, un vagabondaggio attraverso immagini e parole, poesie e testimonianze; un’opera lontana da quella accessibilità che spesso, erroneamente, ci si aspetterebbe da un’opera a fumetti.
Poeta visionario, Campana fu riconosciuto solo negli anni Sessanta come fondatore della “poesia moderna”, quando dall’accusa di “aletterarietà”, mossagli dal contemporaneo Carlo Bo, si passò alla lettura della illogicità e irrazionalità dei suoi versi come scelta poetica cosciente.
Anche la struttura di Campana sembra sgretolarsi, come a voler riportare, attraverso il linguaggio del fumetto al servizio della poesia, la struttura stessa delle opere e dell’avventurosa vita di Dino.
Campana: la biografia a fumetti di un poeta oscuro >> LoSpazioBianco
Già l’impostazione a quattro mani di questa biografia appare talvolta “disturbante” per l’occhio e per il filo logico: un autore accompagna il lettore attraverso impaginazioni più classiche, baloons che riportano dialoghi posti in sequenze ordinate, organizzate a loro volta all’interno di cornici che scandiscono il ritmo della narrazione, rendendo, attraverso linee morbide, la raffigurazione quasi conciliante; l’altro invece si serve di un tratto spigoloso, che scava la pagina, ricordando talvolta lo stile di Cèzanne talvolta quello dei cubisti e dei futuristi, e accompagna le citazioni dalle opere di Campana con immagini oniriche che scompongono il ritmo, rallentandolo e interrompendolo spesso bruscamente con l’uso di “mega-vignette (secondo la definizione di Will Eisner) a tutta pagina.

Quello di Campana fu un linguaggio visionario e l’idea di Lucciola e Lombardi di associarlo alla scrittura per immagini del fumetto risulta efficace: tentare una corrispondenza tra immagini poetiche e loro resa figurativa poteva rischiare di sminuire il valore espressivo dei brani citati, ma la costruzione delle tavole stesse attraverso una fitta rete di rimandi ad altre opere pittoriche, che vanno dal già citato Cèzanne a Michelangelo, da Buonarroti a Carrà, contribuisce a restituire alla pagina il valore di un “mistero” da decifrare. 
Campana: la biografia a fumetti di un poeta oscuro >> LoSpazioBianco
La parola dei Canti Orficiè infatti per sua stessa definizione oscura non soltanto per l’ambientazione notturna, crepuscolare, ma anche per la sua difficile comprensibilità; in questo le scelte stilistiche, la predominanza del tratto nero rispetto agli spazi bianchi sulle pagine accompagnate dalle citazioni poetiche, diventano specchio visivo di quella stessa difficoltà.
Un unico elemento resta forse, in questo senso, nell’idea di coerenza tra scrittura e sua raffigurazione, un po’ trascurato: il bianco e nero avrebbe potuto essere interrotto ed arricchito da alcuni tratti sulle tonalità del viola, dell’oro e dell’azzurro, colori simbolo della poesia di Campana, al punto che ogni autore, da Montale a Luzi, che dopo di lui decise di usarli nei propri versi, non poté che sottendere una citazione, un tributo al poeta orfico. La possibilità del disegno di non nominare, bensì di far prendere corpo a questi colori e al loro riferimento ad un mondo trascendente, ultra-terreno nel senso nietzscheano del termine, avrebbe forse dovuto essere sfruttata e non solo evocata, ancora una volta, attraverso le parole.
Il vagabondare dei due autori attraverso i documenti che ricostruiscono le pagine della biografia di Dino ritrova una struttura e un ordine nell’Appendice e nella sezione delle Note, in cui si ricostruisce la complessa trama di citazioni da lettere personali, articoli di giornale, interviste ad autori e amici, facendo emergere il valore anche filologico della loro ricerca.
Campana: la biografia a fumetti di un poeta oscuro >> LoSpazioBianco
Il poeta tormentato, morto rinchiuso in un manicomio dopo aver passato la propria esistenza all’insegna della realizzazione dei precetti di Nietzsche, che usò lo Zharathustracome Bibbia vagando dall’Italia all’Argentina attraverso l’Europa, lasciò con la sua morte una questione inconclusa legata all’interpretazione della sua follia, così come della sua opera letteraria: Lucciola e Lombardi non pretendono con questo graphic novel di risolvere l’interpretazione della figura di Campana, di decifrarla; propongono, però, un valido metodo d’approccio alla sua esistenza e alle sue opere.
Se Dino fu capace di “lasciarci un libro solo di poesia, la sua unica, infinita, giustificazione alla vita”, allora i due autori sono riusciti, attraverso un’opera di non facile lettura, a restituire con una storia per immagini la disarticolata poeticità della vita di un autore che rimarrà anch’egli, per sempre, difficilmente decifrabile.

Nessun commento: